La Fortezza dei Misteri

Ultima modifica 2 aprile 2023

di Rossana Campisi – Panorama 25/05/2006

Graal

Fra leggende e luoghi la mappa del Graal si arricchisce di nomi. Uno di questi è Caltabellotta, comune agrigentino identificato come la mitica sede dei «nemici del Graal», quel flusso di forze negative chi il filosofo Rudolf Steiner, fondatore dell’antroposofia, ha così definito: “L’ostilità al Graal era concentrata nella fortezza di Iblis a Kalot Enbolot”.
Ed è proprio Kalot Enbolot la fortezza dove viveva Iberto, re siciliano nonché marito della bella Iblis: le loro vicende (narrate nel Parzival di Wolfram von Eschenbach) si svolgono, secondo taluni, nel castello vecchio di Caltabellotta, oggi ridotto a pochi ruderi (il castello incantato di Klingsor).
Premesso che Iblis è uno dei nomi del demonio, a corroborare la leggenda che vuole Caltabellotta centrale degli avversari del Graal ci sono anche alcuni aneddoti bizzarri. Da queste parti soggiornarono massoni e maestri dell’astuzia, come il conte di Cagliostro, e maghi come Aleister Crowley, che si arrampicò sul castello vecchio nel 1920 per evocare per la prima volta la Bestia dell’Apocalisse.
Persino Giovanni Boccaccio ambientò una delle sue novelle del Decameron nell’araba Qal’at al ballut, la “rocca delle querce”, conquistata dai greci e, ancor prima, da quei fenici che sacrificavano i bambini alle divinità Baal e Astante, sulle cime più alte del paese.
Ma se il vecchio è immerso nei fumi della leggenda, il castello nuovo del paesino è impregnato di storia: qui, era il 1302, Federico II d’Aragona diede la mano a Carlo di Valois. La guerra dei Vespri finì e la Sicilia toccò agli Aragonesi.


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